Totò Le Motò, il Minchia del Deserto…[World Tourer]

Antonio Femìa, in arte Totò le Motò, è un calabrese che vive a Roma, un motociclista che non vanta un’esperienza pluridecennale “dal triciclo all’hayabusa” ma il cui blasone da traveler, negli ultimi anni, si è arricchito di varie esperienze di viaggio e di vita. Dei suoi viaggi, scrive, da qualche tempo, sul blog totolemoto.it e lo fa in modo, a mio parere, molto gradevole.  Leggendo, ci si fa immediatamente un’idea di lui:  approccio al viaggio abbastanza disimpegnato tecnicamente, un po zingaro e alla mano ma senza eccessi, facile al rapporto umano. Un uomo dall’approccio semplice,  facilitato anche dall’aspetto mediterraneo.

….denti d’oro e facce poco raccomandabili da pitbull dell’est o meno… lui li “abbraccia” tutti, condividendo vodka e risate in situazioni di vita “normale”, in cui si trova quasi sempre a suo agio.

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[2014] Il mio secondo Elefantentreffen

Il raduno invernale mi ha sempre trovato perplesso: non ne capivo la motivazione. Fare tanti km in inverno, in moto, potrebbe pure passare, un turismo di nicchia, particolare…Ma partecipare all’Elefantentreffen è puntare dritto o quasi alla meta, una buca tra le colline bavaresi, a pochi km dal confine cecoslovacco. Puntare dritto, dopo aver percorso velocemente l’Italia in autostrada, soggiornato con buona probabilità in Austria, con ripartenza su autobahn tedesca fino a Monaco, piegando a est sino a Deggendorf per poi salire verso Solla. Pur volendo variare, l’ultimo tratto di percorso  sulla cosiddetta “Strada degli elefanti” passando per Rosenheim e Landshut, percorrere campagne ghiacciate e abbastanza monotone, non realizza neanche un po eventuali velleità turistiche.

Si va diretti per partecipare al raduno, forse il più frequentato dei raduni motociclistici invernali, raduno che in un modo o nell’altro, è di fatto un mito. Se ne vale la pena è questione soggettiva. Se ne vale la pena in modo reiterato nel tempo è un po al limite del comprensibile ma siamo sempre nell’ambito delle emozioni che solo un viaggio di questo genere suscita e innesca senza che ci sia un perchè spiegabile.

Il mio primo Elefantentreffen nel 2012 è stata una grande esperienza proprio perchè piena di varianti sul percorso, di gran freddo, di imprevisti del piccolo gruppo con tre mono anni 80/90, della presenza di un veterano come Ferruccio (quarto mono XT 86)…pensavo rimanesse unica. Al 57° neanche pensavo e già meditavo un 2014 al Pinguinos. Saltato quest’ultimo, incasinato con le ferie, l’occasione (la scusa) me l’ha fornita Lucio, ormai solido compagno di motoescursioni che avrebbe sicuramente partecipato con il gruppo Fuorigiri 2001 di Spello. E’ bastata una telefonata due settimane prima è si è innescata la solita ansia da pre partenza, fino al giorno in cui, sono salito a Foligno per poi partire insieme al gruppo il giorno successivo.

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