I navigatori di tracce per i rallysti, gli enduristi e i fuoristradisti in genere

Si narra che da quando esistono i devices portatili, con un sistema operativo e hardware gps, ci sia chi ha pensato di sostituirli ai ricordi tramandati oralmente, alle rocce bordopista segnate di rosso, alle svolazzanti fettucce colorate, alle mappe e agli appunti presi qui e li, ai rotoli dei roadbooks, installando dei software in grado di utilizzare mappe cartografiche, seguendo una traccia preimpostata e la propria posizione sulla stessa, indicata dal segnale satellitare.

Facendo un passo indietro, all’inizio dell’era GPS, i devices per gli utenti finali, amatoriali e professionali, erano come grossi walkie talkie e con antenne esterne; i primissimi commerciali avevano un display a semplici led, poi a tecnologia LCD meno energivora, che indicava i punti cardinali, la propria posizione e direzione; ai numeri si sono aggiunte poi delle funzioni grafiche che rappresentavano la posizione in uno spazio convenzionale, come nel mio Eagle in foto. Da sempre presente una interfaccia RS232 che permetteva l’elaborazione dei dati e la gestione delle tracce, potendole importare ed esportare ‘seguirle’ sullo anche sullo stesso device con relativa semplicità e vari limiti.

L’evoluzione tecnologica è passata poi per i primi palmari Windows CE, Palm OS, Symbian UIQ con GPS integrato e le prime applicazioni che aggiungevano alla matrice di punti dei primi ricevitori, una mappa di sfondo georeferenziata, sulla quale ‘vedersi’ in tempo reale.

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